Douglas E. Winter
Corri!
(Einaudi Stile Libero)
Bowling in America.
Le armi, la loro vendita e il loro possesso illegale, sono al centro di una storia che si svolge nell’arco di pochi giorni: la consegna di un carico di pistole e mitragliatori a New York si rivelerà essere il volto semplice e ordinario di una verità assai più complessa.
Burdon Lane ci parla in prima persona, dalle pagine del romanzo di Douglas E. Winter, e subito trascina il lettore in un mondo che prende forma attraverso un linguaggio quotidiano, essenziale, dove i discorsi diretti, l’azione feroce e il precipitare degli eventi sono spezzati da un lirismo cupo e profondo, una finestra aperta sul mondo interiore del protagonista, che dopo le prime dodici pagine si presenta così: “A questo punto dovreste aver capito che io non sono il buono”. Ma in una storia in cui niente è ciò che sembra, Lane offre al lettore la sua sincerità per cercare di condurlo a fatica verso la possibilità di capire. Ed è l’attesa della verità a vibrare nelle parole di Winter, costringendo il lettore a correre insieme al protagonista sotto il sibilo dei proiettili.
L’ottima traduzione e una prefazione di Valerio Evangelisti presentano al pubblico italiano un autore al suo primo romanzo. Winter (nato nel 1950) riesce a dipingere un quadro nero e profondo del proprio paese con un romanzo di azione, dolore e sentimenti traditi, scritto con uno stile unico che dimostra come le possibilità del noir siano molto lontane dall’essere esaurite.
Douglas E. Winter ha scritto un canto funebre (non a caso il libro si conclude in una chiesa) per una nazione che rischia di avere un numero di armi in circolazione superiore a quello dei suoi abitanti.
Alla fine, nella storia che Burdon Lane ci racconta, possiamo intuire che un riscatto morale è, per Winter, sempre possibile, nonostante il sangue e la morte sul proprio cammino, nonostante i 270 milioni di armi in circolazione negli Stati Uniti, milioni di ferite pronte ad aprirsi.