Sottotitolo: «cronache da un mondo troppo rumoroso». E si capisce subito che George Saunders, giornalista e scrittore statunitense nato nel 1958, non ama l’eccesso di rumore, né soprattutto chi parla a voce troppo alta, gli scoppi di mine e missili, gli spari di fucile. Fa parte dell’associazione CUA, Quelli Contrari a Uccidere per un’Astrazione. È insomma un pacifista molto critico con la politica di esportazione della democrazia praticata dagli Stati Uniti negli ultimi decenni. Sono testi precedenti all’elezione di Barak Obama, scritti durante la presidenza di G.W. Bush. La sua è una voce pacata, molto ironica, a volte comica, sempre coinvolgente. Racconta quel che vede e quel che pensa, e lo comunica ai lettori senza filtri né artifici. Questa raccolta di interventi e articoli si legge con lo stesso piacere che dà una chiacchierata con un amico, entrando subito in empatia con lo scrittore. Gli argomenti sono vari, spaziano tra una fantastica visita a Dubai, paradiso di lusso che conquista con la sua bellezza artificiale molto più bella di quello che possa offrire la natura, brani di critica letteraria su Vonnegut, Barthelme, Mark Twain, consigli di scrittura e confessioni di scrittore, magnifici réportage sul confine tra Stati Uniti e Messico (compresa una notte in compagnia dei Minutemen, sorta di ronde di stampo razzista antimessicano), e sul piccolo Buddha nepalese che medita sotto un pipal senza assumere cibo da mesi. Di Saunders. narratore oltre che giornalista, ho apprezzato moltissimo Pastoralia (Einaudi 2001) e Il declino elle guerre civili americane (Einaudi 2005), esilaranti raccolte di racconti incentrate sui parchi a tema che mi hanno divertito sorprendendomi e facendomi pensare. Questo libro lo consiglio a tutti, anche e chi non legge saggi normalmente, per la sua forte vena narrativa. Però ha un grosso difetto, non imputabile di certo all’autore: manca del tutto un paratesto che ci informi di 1) dove sono comparsi questi testi, e quando; 2) chi sono i personaggi della cronaca citati qua e là come esempi e paragoni, evidentemente famosissimi negli Stati Uniti ma sconosciuti da noi, come se si traducesse in inglese un testo in cui si accenna a Noemi Letizia, a Garlasco, a dei calzini turchesi senza fornire luci che possano guidare lo sventurato lettore
George Saunders, Il megafono spento
minimum fax, 2009, pp. 222, € 14,00
Trad. C. Mennella
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