Daniel Kehlmann
La misura del mondo
Feltrinelli
€ 15,00
trad. P. Olivieri
Quanta importanza ha la copertina per la scelta di un libro? Una domanda che non è poi così frivola come potrebbe apparire. Si prenda un libro come questo La misura del mondo di Daniel Kehlmann e si prenda un lettore di lungo corso, si aggiunga una splendida copertina disegnata da Tullio Pericoli. Difficile che non scatti «qualcosa»…
Ma la magia di questo strano libro – parte romanzo, parte diario di viaggio, parte doppia biografia di due grandi scienziati tedeschi: Alexander von Humboldt e Carl Friedrich Gauss – non si ferma alla copertina. Si insinua nel racconto, appassionato e dolcemente ironico, della loro infanzia e maturità e delle loro imprese rispettivamente geografiche e matematiche, permea il buffo e malinconico narrare del loro incontro ormai anziani, delle bizze senili di Gauss e della stanchezza di von Humboldt, dell’inutile viaggio naturalistico in Russia.
Giunti al crepuscolo della loro vita i due grandi scoprono che i loro stessi nomi, le loro vite divenute passioni soddisfatte e sogni realizzati, sono un peso insostenibile per la loro esistenza quotidiana, per i giorni che rimangono loro da vivere, nei quali il tempo passato chiede conto del tempo che verrà e del tempo speso, bruciato, divorato.
Parafrasando Lord Wellington verrebbe da dire che «dopo un sogno fallito non c’è tragedia peggiore di un sogno realizzato». Ma La misura del mondo è anche un libro divertente, a tratti decisamente spassoso, scritto con l’accorto distacco di chi simpatizza con i personaggi ma sa che narrarne anche i fallimenti, i limiti personali, i difetti renderà loro tutta l’umanità che meritano.
Un libro che mi ha accompagnato con fascino e discrezione per un intero mese e che ho deliberatamente tardato a terminare per non separarmi troppo presto dai due protagonisti e dall’autore.