Maggie Gee
Anni Luce
Spartaco
€ 16,50
trad. G. Giri
Viviamo in un mondo in tutto sembra essere preconfezionato, preordinato, pre-tutto. Camminando per un supermercato ci si chiede se c’è ancora modo di comprare una testa d’insalata con un po’ di terra inclusa nel prezzo e una mezz’oretta di lavoro per eliminare la terra prevista nei tempi di preparazione… sì, perché i tempi di preparazione (con precise istruzioni su quante volte l’oggetto deve essere rivoltato e controllato) sono sempre in bella vista, anche per l’insalata, su ogni confezione.
La globalizzazione ha senz’altro i suoi aspetti positivi: dopotutto solo un paio di generazioni fa in Italia non esisteva il pollo al curry, mentre ora un intero arcobaleno di possibilità si presenta davanti al consumatore, che può provare quasi tutti i tipi di cibi, godere di beni importati da ogni parte del mondo. Vale lo stesso per quasi tutto: vestiti, musica, libri… anche se mentre i cibi hanno un linguaggio che non deve essere tradotto, la letteratura purtroppo sì.
In qualche modo per il mercato musicale vale lo stesso: dalle nostre parabole e su internet possiamo captare programmazioni di altri paesi, possiamo ascoltare musica di ogni provenienza, ammirarne le caratteristiche, ma ci perdiamo certo qualcosa a non poterne capire i testi… e con i libri l’effetto è proprio quello. Per poter godere di ogni meraviglia che il resto del mondo ha da offrire, dobbiamo nella maggior parte dei casi affidarci a un traduttore. E purtroppo, questo ha senza dubbio due svantaggi: in primo luogo il traduttore deve riuscire a rendere il pensiero e il linguaggio dell’autore, cosa come minimo difficile. Poi c’è il costo dell’operazione, che tende quindi a essere eseguita su scritti di cui si conosce già il successo, ignorando spesso i prodotti di nicchia.
Ma un buon autore è un buon autore, e prima o poi qualcuno se ne deve accorgere: Maggie Gee ha già scritto una decina di libri, anche se in italiano se ne trovano solo due, editi da Spartaco, e dobbiamo ringraziare questo editore per la lungimiranza. Anni luce è uno dei due: il titolo originale è Light Years, che vuol dire anche anni luce, ma può essere letto in parecchi altri modi, perché light è anche aggettivo che significa «luminoso» o «leggero». Così resta il dubbio, se gli anni di cui si parla siano leggeri, luminosi, o solo anni luce, dubbio a cui il lettore italiano non è sottoposto. La cosa porta a sospettare di aver perso molti altri significati, dal libro originale, eppure la versione italiana offre comunque innumerevoli spunti di riflessione.
La storia intreccia il destino di un uomo, una donna (incidentalmente marito e moglie), diversi corpi celesti, un ragazzo in piena pubertà, un tamarino (che sarebbe una scimmietta amazzonica rara), e parecchi altri personaggi, tutti che in qualche modo devono trovare la loro strada e il loro posto nella costellazione degli eventi sulla faccia della terra e nell’intero universo; una storia incantevole, costruita con grazia e con passione, ma anche con non poca ironia e sarcasmo, sul conflitto tra classi diverse e tra l’altruismo e l’egoismo. Una di quelle storie che pare una commedia delle coincidenze, dove tutti i protagonisti si incontrano nella maniera più inaspettata nei posti più strani e per i motivi più incredibili.
E allora ecco, Anni Luce forse al supermercato non si trova, ma è tradotto con affetto, è colmo di informazioni inaspettate e interessanti, non è solo una storia d’amore, e malgrado il titolo, non ha niente a che vedere con la fantascienza o i viaggi nello spazio. È un viaggio attraverso un anno di vita, di tutti i protagonisti e del pianeta su cui viviamo anche noi, riportato su una scala universale, un granello minuscolo di sabbia nell’universo.