di Massimo Citi
Rosa Matteucci, autrice di di Tutta mio padre, edito da Bompiani nel 2010 e appena ripresentato in edizione economica, è una mia vecchia conoscenza, sia pure nei panni di «autore Adelphi». Assolutamente impagabile – da incontrollabile convulso di risa – Lourdes, un libro carico di un’ironia tanto intensa e gelidamente lunare da lasciare il lettore (felicemente) sconcertato. Principale difetto della Matteucci è la sua discontuinità, ovvero ciò che si può immaginare come la necessità di tirare il fiato tra un punngente ritratto o un allucinato quadro e l’altro. Matteucci – e questo può piacere o meno – dimostra un’attenzione scrupolosa fino all’eccesso nel tratteggiare caratteristiche e fissazioni di un personaggio o di un gruppo di personaggi, così deliziosamente pignola da finire per cancellare lo sfondo, uno sfondo che finisce spesso per scomparire completamente o diventare un fondale di cartone di interesse scarso per l’autore come per il lettore.
Rosa Matteucci |
Spiegate queste poche cose su Rosa Matteucci posso affermare che questo suo Tutta mio padre è qualcosa di più e di diverso da un semplice e genialmente sarcastico racconto lungo. I rapporti tra una donna e suo padre sono difficili e di una complessità non facilmente risolvibile. E lo dico (anche) per esperienza personale (…). Il giudizio di una figlia verso il padre è, nel contempo, spietato e misericordioso, talvolta divertito o sarcastico, disperato o carico di rammarico, grandiosamente assurdo o rabbiosamente irridente. Tutti le facce di un cristallo così complesso che si riconoscono senza difficoltà nel libro della Matteucci, raccontate con gusto e intelligenza. Il suo io narrante – la figlia – racconta la storia del lento, fatale e maliconicamente spassoso crepuscolo della sua famiglia. C’è una sfumatura acida e amara nel suo narrare, un eccesso di confidenza che si volge in una rabbia oscura e mai dichiarata, un senso di delusione ormai acquietato ma non senza dolore, una considerazione fredda e scabra della propria attuale condizione. Un buon libro, senza dubbio, da leggere con attenzione, pronti a sorridere ma senza poter dimenticare la chiave amara del romanzo.