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    Magazzino

    Indagine su un universo stocastico

    • di Silvia Treves
    • Luglio 4, 2012 a 4:40 pm

    di Silvia Treves

    Il mio compito consisteva nello stabilire un nesso intercorrente tra un fenomeno e certi altri: quello che la scienza ha sempre fatto e che sempre continuerà a fare.


    Questo breve romanzo di Stanislaw Lem NON è un giallo né un horror,  ma un piccolo gioiello che, utilizzando con molta discrezione i canoni del genere, ci pone domande sulla nostra capacità di comprendere il reale.

    «Il nostro primo dovere è il rispetto dei fatti – riprese Sciss. – E io sono partito dai fatti».

    I fatti che danno il via all’indagine del tenente Gregory di Scotland Yard, però, sono piuttosto atipici: negli obitori di diverse cittadine intorno a Londra, alcuni cadaveri in attesa di sepoltura spariscono. Le serrature delle porte non presentano segni di scasso, nessuno si è introdotto negli obitori, eppure… Sembra che i corpi se ne siano andati sulle loro gambe.


    Scotland Yard reagisce con lentezza: le segnalazioni giungono in tempi diversi dalle polizie locali e vengono prese poco sul serio. Finalmente, quando ormai un certo allarme serpeggia fra la popolazione, l’indagine viene affidata a Gregory – un giovane tenente scelto quasi a malincuore dal suo superiore – con la consulenza del dottor Sciss, classica figura letteraria di scienziato: freddo, scostante, esangue, assolutamente disinteressato alle forme di cortesia umana. Tanto Sciss è razionale e cauto quanto Gregory è impulsivo e spinto all’azione da impulsi non razionali; l’uno cerca la verità nelle cifre, nella ripetitività dei fenomeni, l’altro osserva, si riempie la mente di domande e ipotesi, sembra guidato più dal caso che dal buon senso e dalla logica. Probabilmente è proprio per questo che l’ispettore capo l’ha scelto: caso assurdo, investigatore a-logico…


    Nel cuore di una notte gelida e nevosa si «rianima» un altro cadavere; Gregory, strappato a uno stranissimo sogno dal trillo del telefono, si precipita sul posto. Nelle ore seguenti apprende molto sulle relazioni sociali della piccola cittadina ma nulla o quasi riguardo al caso, anche se la «resurrezione» è finalmente avvenuta in presenza di due testimoni: un poliziotto affidabile, dotato di buon senso e per di più armato – che però, fuggendo in preda al terrore, è stato investito da un’auto – e un gattino debolissimo che poche ore dopo è morto di stenti…

    Eppure, pensa Gregory, quel caso deve avere un senso, una spiegazione razionale:

    [Il gatto] è la conferma della coerenza che caratterizza tutto il caso. Uno dei suoi tratti ricorrenti: incomprensibili, ma ricorrenti. Malgrado le apparenze, non ci troviamo davanti al caos: alla base di tutto c’è un’idea, anche se per ora non se ne capisce lo scopo […] Agisce con regolarità e sarà proprio questa sua regolarità a smascherarlo.

    Racconto «notturno» e minuziosamente attento ai dettagli, alle sensazioni, alle vibrazioni, nella migliore tradizione del genere fantastico, L’indagine del tenente Gregory si snoda fra la provincia inglese e la Londra dei primi anni Sessanta, parte di un mondo spaventato e diviso in due blocchi armati, tra la camera d’affitto di Gregory, in una grande casa buia dove i due anziani padroni di casa si muovono non visti, producendo i rumori più strani, e lo studio dell’ispettore capo Sheppard, presenza sorniona e parca di commenti e di consigli.

    Nonostante lo spunto tanto insolito, la cui stramberia è però parte integrante, pilastro anzi, dell’intreccio e della visione complessiva, il romanzo di Lem, scritto con maestria e solida ispirazione, è un esempio estremamente interessante di racconto filosofico e scientifico. La filosofia, la riflessione sulla natura del reale, che sta alla base delle migliori opere fantastiche, qui prende l’aspetto di una complessa, indagine di polizia, effettuata con tutti i mezzi a disposizione, dall’acume all’intuito, dalla statistica all’epidemiologia. Le possibili spiegazioni – intese come relazioni razionali fra serie di fenomeni – non mancano, tutte sono ugualmente accettabili ma nessuna è univoca e certa. 
    Limiti della scienza? Limiti della natura umana? O semplicemente un «limite» connesso al tessuto della realtà? Forse la molteplicità è la vera, meravigliosa e profonda natura del «Tutto»? E questo «Tutto» va definito con gli strumenti della scienza o accettato con quelli dell’immaginazione e del misticismo umani?

    Niente male per una semplice indagine di polizia raccontata da uno scrittore di fantascienza… 
    Ma già, l’autore è quello scrittore di razza che ha concepito l’infinita, terribile e mirabile natura di Solaris.

    Ancora in commercio, anche nelle librerie online, ma difficile da trovare.

    Stanislaw Lem 

    L’indagine del tenente Gregory

    Bollati Boringhieri 2007, pp. 174, € 18,00

    Trad. V. Verdiani

    da LN-LibriNuovi 45, primavera 2008


    Qui il sito ufficiale dell’autore
    Qui  un esempio di musica stocastica di Iannis Xenakis
    Solaris, trailer del film di Tarkovsky (1972)

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