di Consolata Lanza
Dieci scrittori nati tra il 1918 e il 1969, che vivono in Cina, a Taiwan, Hong Kong, New York, per undici racconti, scelti, come dicono le curatrici, dopo aver affermato che «l’idea stessa di un “made in China” letterario che sottenda precisi confini culturali e geopolitici è anacronistica e spesso inadeguata», oltre che per «considerazioni di tipo squisitamente letterario», perché «tradotti dalla lingua cinese […] scritti e pubblicati nel periodo successivo alla morte di Mao, avvenuta nel 1976».
A parte il fatto che mi sembra azzardato definire «nuovo scrittore cinese» come da sottotitolo Liu Yichang che, nato nel 1918, è diventato famoso nel 1963 con il romanzo Zuitu, o Xi Xi (1938), famosa fin dagli anni Sessanta, la scelta dei testi è quanto mai varia e con l’eccezione di Yu Hua e forse di Zhu Wen, ruota intorno alla città e alla modernità. L’appuntamento di Ding Liying è la narrazione di un breve incontro tra una ragazza che non si fa incantare e un seduttore da strapazzo, con una conclusione disastrosa. Tempo (pubblicato nel 1976, tanto per parlare di novità) di Liu Yichang mette in scena una breve odissea perfettamente attuale, un combattimento con il traffico di Hong Kong per la conquista del tempo, La città di sabbia di Qiu Huadong rappresenta la precarietà dei rapporti nella grande Pechino in cui tre giovani si incontrano e si perdono senza motivo e senza strascichi, Mille volti, una voce sola, è l’esile resoconto di un’ossessione, Mirabilia dalla città fluttuante di Xi Xi è un testo sperimentale e un po’ metaletterario, in cui si mescolano citazioni letterarie, tutte tratte dalla cultura occidentale, insieme alla rappresentazione di quadri di una mostra di Magritte, per dipingere un ritratto surreale di Hong Kong, Il caso Mary della stessa autrice, pubblicato negli anni Ottanta come il precedente, si presenta come una cronaca giudiziaria per parlare ancora del destino di Hong Kong, Io e Xixing di Yan Li mette a confronto l’arte contemporanea a Pechino e a New York per riflettere sul dilagare della modernità in Cina, Predestinazione di Yu Hua è una curiosa deviazione nel fantastico e nel passato, Centootto modi per uccidere la moglie, ambientato tra i cinesi espatriati negli USA, sembra essere una desolata riflessione sull’abbandono delle tradizioni da parte delle donne che si occidentalizzano troppo…, Splendori fin de siècle di Zhu Tianwen lascia sconcertati con una cronaca degli anni Ottanta a Taiwan attraverso la moda e le mode, con un effetto involontariamente comico, mentre Libbre, once e carne di Zhu Wen chiude in bellezza con una serie di movimentate e divertenti scenette al mercato e in un interno, dove l’unico elemento di modernità è dato dai disinvolti rapporti tra uomo e donna.
Nel complesso ciò che più colpisce è la totale mancanza di riferimenti alla Storia che siamo abituati a vedere riflessa nelle opere, sia pure attraverso le vicende di personaggi minimi, di autori come Yu Hua, Mo Yan, Acheng (che fine avrà fatto?), Su Tong, Bai Xianyong (per nominare un taiwanese) e altri. Qui solo argomenti modaioli o frivoli o privati o concettualizzati, tanto che non deve essere stato facile trovare un racconto di Yu Hua così staccato dal contesto storico. Perché non hanno intitolato l’antologia, invece che «Nuovi scrittori cinesi», «Il nuovo nella letteratura cinese»? Forse avrebbe avuto più senso. Altra osservazione immediata è che la modernità evidentemente attira, o comunque entra prepotentemente in scena, ma non è stata ancora ben digerita per cui in certi casi risulta un po’ ingenua, stupefatta. Quello che per fortuna manca è l’ammicco tra autore e lettore, il «non prendetemi sul serio», «io so che scrivo e invento e voi sapete che state leggendo le mie invenzioni». C’è un’aria genuina, in qualche caso forza e sincerità, in altri un evidente tentativo di battere strade nuove. Made in China forse non dà particolari emozioni ma è sicuramente interessante e vale la pena di leggerlo.
P.S. Una malignità: forse il criterio di selezione è contenuto nelle nota che recita: «L’Editore ha cercato con ogni mezzo i titolari dei diritti dei racconti qui pubblicati senza riuscire a reperirli; è ovviamente a piena disposizione per l’assolvimento di quanto occorra nei loro confronti». Si sa, di questi tempi la quarta settimana è difficile per tutti, anche per gli Editori.
Cosima Bruno, Francesca Tarocco (a cura di)
Made in China, nuovi scrittori cinesi
Mondadori PBO, ed. 2008,
pp. 204, € 9,00
da LN-LibriNuovi 47, autunno 2008